Senza categoria

Iperattivita’

Iperattività

Secondo quanto è emerso dalle mie esperienze fatte con pazienti affetti da sindrome di deficit di attenzione ossia iperattivi, posso affermare che, riconoscere precocemente il bambino iperattivo è fondamentale, in quanto sin dalla precoce età si possono utilizzare metodologie e risorse più idonee con modalità sistematiche.

È importante agire a vari livelli, valutando le eventuali componenti ereditarie, neurologiche e problematiche familiari.

Tale disturbo, sembra essere presente più nei maschi che nelle femmine. Secondo gli ultimi dati il 5/10 % in più delle bambine.

Il problema più grave dell’iperattività infantile è il deficit di attenzione dovuto all’instabilità non solo motoria ma psichica di cui soffre il bambino. I bambini iperattivi sono sempre in movimento, incapaci di prestare attenzione agli insegnanti e di concentrarsi.

Individuare le cause è essenziale per definire il programma di cura più adatto. I bambini iperattivi hanno spesso un temperamento ultrasensibile e lo strumento per definire il bambino iperattivo è l’osservazione.

  1. Ha difficoltà a rimanere seduto quando gli viene richiesto
  2. Si distrae facilmente
  3. Ha difficoltà ad aspettare il suo turno nei giochi e nel gruppo
  4. Non riesce ad ultimare delle commissioni
  5. Passa spesso da un’attività senza completarla ad un’altra
  6. Gioca con molta foga ed inquietudine
  7. Spesso non ascolta ciò che gli viene detto
  8. Perde facilmente gli oggetti

Le cause della iperattività possono essere tante: possono dipendere da carenze di cure materne, da un inadeguato rapporto madre figlio, da rivalità verso i fratelli, da scarsi stimoli, da un ambiente culturalmente scarso. La base di un calibrato sviluppo della personalità è l’amore materno.

Sono deleteri certi comportamenti dei genitori, come, l’iperprotettività che impedisce al bambino di fare quelle giuste esperienze utili per un sano sviluppo, oppure la troppa permissività. L’educatore deve individuare queste carenze affettive e può anche rendere consapevole la famiglia, sempre dopo aver prima instaurato un rapporto di collaborazione. Purtroppo il rischio che corrono tutti i bambini iperattivi e che se non sono seguiti diventano disadattati. Quindi l’educatore dopo aver notato comportamenti che fanno supporre delle carenze, deve predisporre degli obiettivi di stimolazione secondo il tipo di lacune. Le cause di svantaggio possono essere dovute a motivi diversi e ogni tipo di svantaggio richiede particolari strategie d’intervento. Quindi deve essere aiutato da specialisti e collaboratori. Essi devono imparare a comunicare con gli altri, devono essere messi a contatto con il gruppo, per ricavare così maggiori stimolazioni. Attraverso la socializzazione possono inserirsi in futuro nell’ambiente sociale. Il ruolo del Pedagogista è primario dato che il suo intervento aiuta nei primi anni di vita, ciò solo quando si ha la consapevolezza da parte della comunità, per una reale integrazione e per il recupero.

Il comportamento aggressivo che può aver origine dalla gelosia può essere deviato facendo scaricare l’aggressività su oggetti, quindi bisogna predisporre l’ambiente in modo da costituire valvole di scarico o attraverso il movimento o con il ricorrere alle espressioni artistiche, grafiche, plastiche, musicali. Bisogna stabilire per loro obiettivi sempre più impegnativi proponendo interessi nuovi, se sono bene guidati possono essere d’aiuto e di guida per gli altri. Programmare una corretta impostazione metodologica che contempli tecniche ed interventi didattici differenziati; avere una chiara visione degli obiettivi educativi da raggiungere, ed effettuare una scelta dei mezzi adatti a realizzare, l’aderenza ai comportamenti positivi del bambino iperattvo.

La metodologia deve essere commisurata all’effettivo grado di sviluppo del bambino, deve essere attiva, capace di sviluppare le attitudini, tenendo una linea di intervento unitaria, organica, ed integrale in quanto il bambino va considerato nella globalità dei suoi bisogni.

I motivi della iperattività possono essere diversi ma spesso sono legati ai conflitti affettivi. Cercate di essere più naturali possibili, non lo richiamate, non lo sgridate, in quanto il vostro bambino si pone in situazione di sfida nei vostri confronti. E’ possibile che si senta piccolo ed insignificante e tenti di mettersi in evidenza con qualche gesto maleducato. Dategli più affetto e cercate di capire cosa lo tormenta, fatelo con molto tatto e molta dolcezza.

Insegnategli al bambino a muovere il pensiero per incanalare nella direzione giusta le sue energie, secondo la sua logica il suo senso creativo, rendendolo più autonomo e padrone delle sue relazioni spazio-temporali, attraverso l’ascolto e il dialogo di esperti pedagogisti gestire la mente del bambino, rendendoli consapevoli come possono sfruttare la loro iperattività, stimolando la loro attenzione nell’osservare e rivedere mentalmente delle figure o ascoltare per riascoltare mentalmente. Occorre quindi, insegnare al bambino a percepire con attenzione, in quanto il bambino bombardato da stimoli percettivi, non ha il tempo di evocare e di memorizzare, non impara a riflettere e non utilizza l’immaginazione, in altre parole non ha il tempo di assimilare l’azione.

Da diversi anni, però, i ricercatori che si occupano di ADHD hanno iniziato a metterne in luce sintomi e cause, e hanno trovato che il disturbo può avere una causa genetica . Attualmente, le teorie in proposito sono molto diverse da quelle che andavano per la maggiore anche solo pochi anni fa. I ricercatori stanno chiarendo che l’ADHD non è un disturbo dell’attenzione in sé – come si era a lungo ritenuto – ma nasce da un difetto evolutivo nei circuiti cerebrali che stanno alla base dell’inibizione e dell’autocontrollo . A sua volta, questa mancanza di autocontrollo pregiudica altre importanti funzioni cerebrali necessarie per il mantenimento dell’attenzione, tra cui la capacità di posticipare le gratificazioni immediate in vista di un successivo e maggiore vantaggio.

I bambini affetti da ADHD, pertanto, non riescono a controllare le loro risposte all’ambiente. E’ come se in questo momento che state leggendo veniste bombardati da tanti altri eventi disturbanti, come la televisione accesa, i vostri figli che gridano fuori la stanza, il telefono che squilla e voi non riusciste ad annullare tutti questi stimoli per focalizzare la vostra attenzione solo su quello che state facendo e che vi interessa tanto. Se non aveste questa capacità di “filtrare” gli stimoli e “prestare attenzione” comincereste a sentirvi agitati perché vi rendereste conto di non riuscire nel vostro intento.

Commenti disabilitati su Iperattivita’