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Disturbi del linguaggio

Disturbi del linguaggio

Nel bambino, l’acquisizione del linguaggio si sviluppa secondo un piano regolare, l’ontogenesi del linguaggio si sviluppa attorno a tre tappe:

  1. il prelinguaggio (fino a 12-13 mesi, alcune volte 18 mesi);
  2. il piccolo linguaggio (da 10 mesi a 2 e mezzo o 3 anni);
  3. il linguaggio (dai 3 anni)
Il prelinguaggioEsso parte sulla base di una vasta gamma di sensazioni (collera, inpazienza, dolore, soddisfazione, appure anche piacere).

Iniziando dal 1° mese il bambino acquista una capacità respiratoria più elevata, compaiono i primi cinguettii e le lallazioni. Quindi egli passa rapidamente da suoni non specifici alla lallazione.

Dai 6-8 mesi emerge l’ecolalia; una specie di melodia emessa dal bambino, a poco a poco le emissioni si trasformano in emissioni vocaliche e consonantiche.

Piccolo linguaggioLe prime parole sono di facile utilizzazione come: papà, mamma, tieni, etc.

A 12 mesi un bambino può aver acquisito da 5 a 10 parole.

A due anni, il vocabolario può comprendere 200 parole. Nel periodo della “parole frase”, il bambino utilizza una parola il cui significato dipende dal contesto gestuale, mimico o situazionale. Il linguaggio accompagna sempre l’azione, la rinforza, ma non si sostituisce ancora ad essa.

LinguaggioSi caratterizza nell’ arricchimento del linguaggio attraverso la conoscenza di almeno 1500 parole, contemporaneamente il linguaggio diviene un mezzo di conoscenza. Il bambino alla sua maniera copia l’adulto, acquisendo progressivamente parole e costruzioni nuove che sono poi immesse nella sua attività verbale “libera”.

tra i 4 e i 5 anni, l’organizzazione sintattica del linguaggio diviene sempre più complessa. Passa così dal linguaggio implicito, al linguaggio esplicito.

Blesità

E’ un difetto di pronuncia consistente nella modificazione o nell’abolizione di una consonante. Spesso dipende da una imperfezione meccanica articolatoria dell’apparato di fonazione, che non permette il perfetto movimento e ne determina la mancata formulazione del suono.

La blesità può essere di natura periferica, derivata da paralisi dei muscoli linguali, dal nervo facciale, del velo pendulo e della faringe o dalla malocclusione dentaria etc.

Di natura centrale, riscontrata nei soggetti con insufficienza mentale.

La cura è costituita da un trattamento logopedico che si basa sia su esercizi di respirazione e di emissioni di suoni, ma anche su attività psicomotorie generali.

Disartria

E’ il disturbo dell’articolazione della parola, dovuta alla mancata coordinazione dei muscoli fonatori per il difetto dell’innervazione, che avviene in modo euritmico anormale.

Può manifestarsi in maniera lieve <impaccio motorio> o in maniera grave fino a giungere all’icapacità dell’articolazione.

La disartria è spesso presente nelle Kinesipatie encefaliche. il disturbo dell’articolazione si rifà al disturbo della coordinazione dei movimenti degli arti.

Il trattamento deve partire dalla fase della lallazione modulata, favorendo l’articolazione della parola attraverso esercizi mirati.

Balbuzie

E’ un alterazione del versante elocutorio. Si distingue in balbuzia tonica, balbuzia clonica.

La balbuzia tonica non permette di emettere dei suoni per un certo periodo, la balbuzia clonica, è caratterizzata da una ripetizione involontaria, interrotta ed esplosiva di una sillaba, spesso la prima della frase.

Spesso la balbuzia è accompagnata da contrazioni del viso, tic o gesti variabili del viso della mano degli arti inferiori. Si presentano alcune volte manifestazioni emotive.

La balbuzia può manifestarsi in maniera improvvisa o attraverso uno shock affettivo o emozionale ed essa si accentua nello scatenare un emozione.

I fattori associati possono essere ereditari o da mal lateralizzazione, oppure dal ritardo del linguaggio.

Disturbi del linguaggio causati da alterazioni della funzione uditiva

Il bambino per poter apprendere e parlare deve aver la possibilità di udire. Pertanto, la necessità di rilevare deficenze uditive anche lievi. Il bambino con deficit uditivo perderà completamente l’uso del linguaggio (Mutismo di ritorno).

Disturbi espressivi da ipocusia

Il bambino che riesce a comprendere tenui variazioni acustiche riuscirà ad attribuire loro un significato ed un codice di comunicazione, quindi egli raggiunge un difettoso controllo dei parametri articolatori, ritmici e melodici del linguaggio, acquisendo una capacità verbale alterata.

Una volta individuata l’ipoacusia, è necessario stimolare verbalmente il bambino, osservando attentamente il movimento delle labbra ed intervenire su eventuali anomalie.

Disfasia

Consiste nel difetto della funzione ordinatrice del linguaggio, in quanto presenta una incapacità a impostare i fonemi articolatori indipendentemente dall’apparato fonatorio. Si presenta con parole morfologicamente deformate e non adeguate sul piano del significato.

Nella disfasia di ricezione si ha una deficienza della comprensione del significato delle parole, essa viene associata la condizione denominata auditismo.

Sordomutismo

L’assenza dell’acquisizione del linguaggio per deficit uditivo, porta al sordomutismo. La sordità in questo caso porta al mancato sviluppo del linguaggio.

Particolare rilevante è lo sviluppo della mimica, che si rivela molto espressiva tanto da sopperire il linguaggio orale.

Afasia

Rispeto alla disfasia, è un disturbo molto più grave, consistente nell’incapacità di comprensione e di espressione del linguaggio. Essa può essere di natura congenita o acquisita.

Si distinguono i gruppi afasici in due gruppi:

  1. afasici con difficoltà aspressive;

  2. afasici con gravi problemi della percezione uditiva, nei quali è colpito il versante ricettivo.

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